WWW.ALLABOUTJAZZ.COM: February 11, 2019; Marco Colonna, Augusti Fernandez, Zlatko Kaučič: Agrakal

Tre grandi improvvisatori europei che avevano gia suonato assiem in duo si ritrovano qui tutti assieme, rigorosamente dal vivo, per dar vita a un'ora di musica di grande intensita. Si tratta del pianista catalano Augusti Fernandez, uno dei maestri dell'improvvisazione in Spagna, del batterista e percussionista sloveno Zlatko Kaucic, che all'improvvisazione dedica da anni perfino un festiva—il (Brda Contemporary Music Festival—e del clarinettista e sassofonista romano Marco Colonna, il piu giovane dei tre.

L'occasione era offerta da Novara Jazz, che ha invitato la formazione nel dicembre del 2017, sfidando la diffidenza delle rassegne a inserire nel programma musica indocile qual'e quella interamente improvvisata. Una sfida vinta, a giudicare dagli esiti artistici ascoltabili su questo CD, prodotto dalla non meno coraggiosa etichetta polacca Not Two, che ci sta abituando a uscite originali fino all'ardimento.

Il lavoro si divide in sei brani, che esplorano varie situazioni ritmiche e dinamiche, mantenendo comunque sempre alta l'intensita espressiva e, di conseguenza, emotiva. L'iniziale ”Waves of Perception” ha subito momenti di fortissima intensita, specie quando Colonna, qui impegnato al clarinetto, si produce in una lunga prolusione ascendente, che lo porta fino alle note piu alte dello strumento con dinamica altrettanto elevata, mentre i due compagni lo sostengono con ritmi tambureggianti. Ma nel corso dei ventidue minuti del brano c'e spazio per molte variazioni e per l'intervento piu esplicito della batteria e, soprattutto, del pianoforte.

Scoppiettante e ritmici i successivi due brani, con Colonna al baritono e Fernandez che lavora sulle corde, mentre Kaučič inventa suoni anche con l'ausilio dell'elettronica. Entusiasmante il breve ”From the Ground to the Sky”, che inizia con un lavoro percussivo del piano e prosegue con un progressivo emergere e addensarsi di rumori, con le ance che simulano gemiti e voci umane, mentre ”Texture of Nowhere” si apre—unico caso—con una narrazione libera ma lirica del baritono, che sollecita anche il pianoforte a seguire percorsi sospesi e cristallini, ma che poi si inerpica su una china, per un'ascesa quasi catartica. Tale che il brano finale e un breve e intimo commiato, interpretato da un clarinetto che pare un flauto, su lievi rumori di fondo.

Disco ricco e denso, bellissimo, di una formazione che dovrebbe trovar posto in ogni festival e in ogni rassegna.

(NERI POLLASTRI)


WWW.ALLABOUTJAZZ.COM: January 29, 2019; Il Meglio Del 2018 Secondo Neri Pollastri

Anche quest'anno, faticosamente e responsabilmente, ho selezionato tra i miei numerosi ascolti dodici dischi e dieci concerti che potessero essere considerati se non "i migliori," quantomeno "tra i migliori." La selezione e fatalmente influenzata non solo dalle mie predilezioni (non si puo ascoltar tutto e fatalmente ci si concentra su cio che per qualche ragione ci incuriosisce di piu), ma anche da aspetti contingenti, quali il fatto che vivendo in Italia ho piu occasioni di ascoltare musicisti che vivono qui che non musicisti stranieri. Se tra i lavori menzionati abbondano percio quelli italiani e anche per questo, ma non solo; a mio parere, infatti, la produzione artistica nazionale e di qualita elevatissima, pari e talvolta superiore a quella di altri paesi.

A posteriori non posso non rilevare che alto e anche il mumero di lavori di musica completamente improvvisata, un "genere"—se cosi vogliamo chiamarlo—che mi intriga sempre di piu e al quale sarebbe bello fosse dedicata maggiore attenzione da festival e media, invece di solito concentrati su quelle forme del jazz che hanno a che fare con la tradizione o melodica, o compositiva. Una ragione in piu per promuovere gli artisti e i lavori che hanno avuto il coraggio di muoversi in quella direzione, pur sapendo la fredda accoglienza che avrebbero ricevuto da chi organizza e dispone di finanziamenti.

Scusandomi con gli autori che non ho potuto citare nonostante lo meritassero, mi auguro di essere di qualche utilita al lettore, che spero possa condividere con me almeno un po' di quell'autentico godimento che la musica che elenco mi ha donato quest'anno.

Dischi


Marco Colonna, Augusti Fernandez, Zlatko Kaucic
Agrakal
Not Two Records


Massimo De Mattia Suonomadre
Ethnoshock!
Caligola


Scott DuBois
Autumn Wind
ACT Music


Satoko Fujii
Solo
Libra


Gordon Grdina
Inroads
Songlines


Dave Holland
Uncharted Territories
Dare2 Records


Gianni Lenoci, Francesco Cusa
Wet Cats
Amirani


Gianni Mimmo, Silvia Corda, Adriano Orru
Clairvoyance
Amirani


Giorgio Pacorig, Giovanni Maier, Michele Rabbia
Floating Lines
CAM Jazz


Roberto Ottaviano
Eternal Love
Dodicilune


Pipe Dream
Pipe Dream
CAM Jazz


Beppe Scardino
Bs10 Live in Pisa
Auand

Concerti


Stefano Battaglia, Elsa Martin "Sfueâi" —Sala Vanni—Firenze—(2.2.2018)
Theo Bleckmann, Ralph Alessi, Stefano Battaglia, Gilad Hekselman, Matt Penman—Siena Jazz—Siena—(26.7.2018)
Théo Ceccaldi, Edward Peraud—Casa della Cultura—Brda Contemporary Music Festival—Smartno—(15.9.2018)
Marco Colonna Solo—Chiesa di San Martino—Brda Contemporary Music Festival—Smartno—(13.9.2018)
Ghost Horse—Cantina Jerman—Jazz&Wine of Peace—Dolegna del Collio—(25.10.2018)
Simone Graziano Snailspace—Pinocchio Live Jazz—Firenze—(8.12.2018)
Improveu—Cascina Bullona—Novara Jazz—Magenta—(25.5.2018)


Charles Lloyd & The Marvel—Empoli Jazz—Empoli—(24.7.2018)
Federica Michisanti Trio—Fattoria di Montelungo—Valdarno Jazz Summer—Terranuova Bracciolini—(30.08.2017)
Norma Winstone—Palamostre—Udin&Jazz—Udine—(4.7.2018)

(NERI POLLASTRI)


AGRAKAL GOT PROPOSED ONE OF 10.best!

This year started with the loss of Mark E. Smith so it was supposed to be weird. And it was. While our societies continue to consume products and keep destroying the planet, I try to find solace in music. I say music and not jazz because 2018 was a year i tried to listen more to new musics and less to jazz related sounds. So, only seven new albumss that go along with three blasts from the past that came out in 2018.

I hope you enjoy them, until then let's all keep supporting non-corporate free thinking music.


- John Coltrane Quartet - Both Directions At Once: The Lost Album
1963 was an important year in John Coltrane's evolution just before his music took off on to another spiritual level. This album is another document of this transition made by the best jazz quartet of all times.
- Kaoru Abe / Sabu Toyozumi ?– Banka
Kaoru Abe's presence on this planet was short, but his music is eternal. Here, along with master percussionist Sabu Toyozumi in a never heard before live reording. A big praise to all those involved to make this happen and especially to NoBusiness records, maybe the best label in jazz right now.
- Catherine Sikora /Christopher Culpo – The spectral life of things
A constant flow of notes, melodies and collective improvisational ethos. Check the small feature of Catherine Sikora's recordings, one of the most important jazz voices of this year.
- Birchall / Cheetham / Webster / Willberg - Plastic Kneecap
Raw Tonk is building a catalog of very fresh and strong free jazz recordings while these four musicians never stop exploring their music. First release on vinyl from the label.
- Paul Flaherty / Chris Corsano ?– The Hated Music
Some 18 years after it came out, this release, first time on vinyl from the ever weird Feeding Tube Records, reminds us why this duo is maybe the most important in free jazz for the last two decades.
- Akira Sakata & Chikamorachi featuring Masahiko Satoh - Proton Pump
Like the legend of King Midas, whenever Akira Sakata is involved, gold comes out.
- Jack Wright, Dylan van der Schyff ?– ... Two In The Bush
Jack Wright is a true maverick of free thinking-no borders music. Here in a more conventional drums-sax duo both musicians achieve a balance that makes the cd a must to buy.
- Chris Corsano & Bill Orcutt - Brace Up!
Not exactly the typical jazz (or even free) album but their need for exploring and taking risks is on the spot.
- Marco Colonna, Agustí Fernandez, Zlatko Kaučič - Agrakal
Maybe it's Fernandez's magic, maybe the interplay between the three is the most crucial factor. Not sure why i really enjoy and cherish this album. Maybe because it is just a masterpiece.
- Dave Rempis, Tomeka Reid, Joshua Abrams ?– Ithra
The warmness of their playing goes along with high energy and pathos.

(Fotis Nikolakopoulos)


WWW.GIORNALEDELLAMUSICA.IT: 28 NOVEMBRE 2018 Marco Colonna, Agrakal, tra free e Mediterraneo

"Waves of Perception", e sono soffi, un rimestare circospetto, in cui si sgomita un fraseggio che sembra venire da mondi nascosti dietro la curva del nostro orizzonte eppure familiari, tra Gershwin e Stravinsky. Poi entra il pianoforte ad aggiungere profondita, spazi, il clima e vagamente teso, denso di nuvole novecentesche, tra il free europeo e le pagine indimenticabili del catalogo BYG/Actuel, "Even Break" di Sunny Murray, e un blues siderale, invisibile, sono le onde della percezione, Ulisse legato all’albero maestro che ascolta le sirene, musica della terra, del mito, futuro remoto, profezie di un oggi che e subito domani, lingua antica.

Basterebbe gia dire del primo pezzo di questo disco per cercare di renderne l’ineffabile mistero, la potenza, l’importanza. Siamo sulle tracce del romano Marco Colonna (qui a clarinetto e sax baritono) oramai da qualche tempo, e anche a questo giro il disco, che esce per l'etichetta polacca Not Two, e ottimo.

Agrakal e un dialetto che lotta per raccontare la propria storia, una storia che sa di sete, di fatica. Colonna guida il viaggio con piglio battagliero, lirico e ieratico come un muezzin nella tempesta, straordinario il lavoro di Agusti Fernandez al piano e di Zlatko Kaucic a batteria e percussioni (a un certo punto, attorno al minuto undici, sembra quasi di sentire una inaudita formula di industrial-jazz arcaico, come se ci ritrovassimo nelle viscere della terra, o nella fucina di Efesto).

La prima traccia chiarisce immediatamente come stanno le cose: musica libera, coraggiosa, consapevole, aperta, dinamiche gestite con maestria, silenzi e pause densissime, attese, epifanie, lampi, mareggiate, scialuppe. Una dimensione tragica in qualche modo permea il suono di questo trio, che pare eseguire in diretta (il disco e stato registrato durante un concerto a Novara Jazz nel dicembre del 2017) la cronaca di un viaggio di migranti, con partecipazione che non suona affatto retorica o didascalica, ma e sentita perché ne afferra la dimensione archetipica, oltre che quella profondamente umana e politica. Agrakal in dialetto berbero e infatti il nome del Mediterraneo, un mare di cui i nostri scandagliano gli anfratti, gli abissi, restando sempre in acque aperte, le sponde non si intravedono ancora, il sole sa bruciare la faccia, il sale taglia la pelle, e allora il canto che puo scaturire e un canto per davvero libero, e quindi free, appuntito, spigoloso, selvatico, una pioggia improvvisa, tuoni, saette. E dopo 21 minuti, la quiete di un cielo che solo per un poco promette di non crollare.

Si prosegue mantenendo sempre alte tensione e ispirazione, tra minuti in cui le nuvole fingono di smettere di urlare e di accontentarsi di qualche goccia per poi radunarsi di nuovo in assemblea plenaria, quasi convocate da un dio ostile e determinatissimo ("Drops"), in un clima di attesa a volte zen (l’inizio di "Cellular", che poi si impenna in una sorta di jazzcore metafisico, "From Ground to the Sky", che indaga psicologicamente nelle ansie della contemporanea), a volte colmo di indicibili languori ("Textures of Nowhere", dove i tre si inventano una splendida sfinge di minimalismo espanso, quasi dei Necks piu ispidi).

Infine si ritorna indietro, verso Itaca, anche se la meta e ancora distante. Kaucic sa raccontare storie, eludere, elidere, alludere perfettamente con il suo arsenale percussivo scabro e infinitamente espressivo, sembra di essere letteralmente su un’imbarcazione, un vento di cui non si colgono bene le intenzioni si manifesta episodicamente (Colonna novello Don Cherry altezza Mu, con un suono che sa di flauto africano).

La copertina del cd segnala 7 tracce, ma la settima non c’e: sara un piacere sentirla dal vivo nel tour che il trio sta programmando per la prossima primavera, siamo certi che si tratti di un concerto da non perdere, e questo disco ne e la prova provata.

Hope that AGRAKAL is only the first document of this great trio.

(Nazim Comunale)


WWW.GIORNALEDELLAMUSICA.IT: 28 NOVEMBRE 2018 Marco Colonna, Agrakal, tra free e Mediterraneo

"Waves of Perception", e sono soffi, un rimestare circospetto, in cui si sgomita un fraseggio che sembra venire da mondi nascosti dietro la curva del nostro orizzonte eppure familiari, tra Gershwin e Stravinsky. Poi entra il pianoforte ad aggiungere profondita, spazi, il clima e vagamente teso, denso di nuvole novecentesche, tra il free europeo e le pagine indimenticabili del catalogo BYG/Actuel, "Even Break" di Sunny Murray, e un blues siderale, invisibile, sono le onde della percezione, Ulisse legato all’albero maestro che ascolta le sirene, musica della terra, del mito, futuro remoto, profezie di un oggi che e subito domani, lingua antica.

Basterebbe gia dire del primo pezzo di questo disco per cercare di renderne l’ineffabile mistero, la potenza, l’importanza. Siamo sulle tracce del romano Marco Colonna (qui a clarinetto e sax baritono) oramai da qualche tempo, e anche a questo giro il disco, che esce per l'etichetta polacca Not Two, e ottimo.

Agrakal e un dialetto che lotta per raccontare la propria storia, una storia che sa di sete, di fatica. Colonna guida il viaggio con piglio battagliero, lirico e ieratico come un muezzin nella tempesta, straordinario il lavoro di Agusti Fernandez al piano e di Zlatko Kaucic a batteria e percussioni (a un certo punto, attorno al minuto undici, sembra quasi di sentire una inaudita formula di industrial-jazz arcaico, come se ci ritrovassimo nelle viscere della terra, o nella fucina di Efesto).

La prima traccia chiarisce immediatamente come stanno le cose: musica libera, coraggiosa, consapevole, aperta, dinamiche gestite con maestria, silenzi e pause densissime, attese, epifanie, lampi, mareggiate, scialuppe. Una dimensione tragica in qualche modo permea il suono di questo trio, che pare eseguire in diretta (il disco e stato registrato durante un concerto a Novara Jazz nel dicembre del 2017) la cronaca di un viaggio di migranti, con partecipazione che non suona affatto retorica o didascalica, ma e sentita perché ne afferra la dimensione archetipica, oltre che quella profondamente umana e politica. Agrakal in dialetto berbero e infatti il nome del Mediterraneo, un mare di cui i nostri scandagliano gli anfratti, gli abissi, restando sempre in acque aperte, le sponde non si intravedono ancora, il sole sa bruciare la faccia, il sale taglia la pelle, e allora il canto che puo scaturire e un canto per davvero libero, e quindi free, appuntito, spigoloso, selvatico, una pioggia improvvisa, tuoni, saette. E dopo 21 minuti, la quiete di un cielo che solo per un poco promette di non crollare.

Si prosegue mantenendo sempre alte tensione e ispirazione, tra minuti in cui le nuvole fingono di smettere di urlare e di accontentarsi di qualche goccia per poi radunarsi di nuovo in assemblea plenaria, quasi convocate da un dio ostile e determinatissimo ("Drops"), in un clima di attesa a volte zen (l’inizio di "Cellular", che poi si impenna in una sorta di jazzcore metafisico, "From Ground to the Sky", che indaga psicologicamente nelle ansie della contemporanea), a volte colmo di indicibili languori ("Textures of Nowhere", dove i tre si inventano una splendida sfinge di minimalismo espanso, quasi dei Necks piu ispidi).

Infine si ritorna indietro, verso Itaca, anche se la meta e ancora distante. Kaucic sa raccontare storie, eludere, elidere, alludere perfettamente con il suo arsenale percussivo scabro e infinitamente espressivo, sembra di essere letteralmente su un’imbarcazione, un vento di cui non si colgono bene le intenzioni si manifesta episodicamente (Colonna novello Don Cherry altezza Mu, con un suono che sa di flauto africano).

La copertina del cd segnala 7 tracce, ma la settima non c’e: sara un piacere sentirla dal vivo nel tour che il trio sta programmando per la prossima primavera, siamo certi che si tratti di un concerto da non perdere, e questo disco ne e la prova provata.

Hope that AGRAKAL is only the first document of this great trio.

(Nazim Comunale)


WWW.FREEJAZZBLOG.ORG: August 11, 2018; Marco Colonna, Agustí Fernández & Zlatko Kaučič - Agrakal (Not Two, 2018) ****1/2

The three Mediterranean musicians - Italian clarinet and baritone sax player Marco Colonna, Catalan pianist Agustí Fernández, and Slovenian drummer-percussionist Zlatko Kaučič, have played with each other before, but their performance at the Italian Novara Jazz Festival on December 2017 was their first ever as a trio. Colonna has recorded two albums with Fernández - Desmadre (Fonterossa Records, 2014) and the self-released, live Birth of Shapes (2016). Fernández also recorded duets with Kaučič, Sonic Poetry (Not Two, 2014), and played with him in a trio with Evan Parker. Colonna recorded with Kaučič and Italian bass player Giovanni Maier the self-released Impressioni Astratte (2016).

The titles of their albums together offer an insight for their shared mode of operation. All three musicians are masters of the art of free-improvisation and all have developed a highly personal and resourceful language. AGRAKAL invites all to experience this unique art of free-improvisation “where even voices have roots and take on color.” Colonna, Fernández and Kaučič don’t spend time on unnecessary introductions and the opening piece, the 22-minutes of “Waves of Perceptions” already demonstrate how this trio keep constructing and deconstructing, shifting and shaping immediate and urgent textures, without losing the focus or tension. The trio manages to form a new language where the extended breathing techniques of Colonna resonates organically with the inventive work of Fernández on the piano strings and the delicate cymbal work of Kaučič. The trio covers an impressive spectrum of moods, colors, rhythmic patterns and sounds, from the refined chamber interplay through the quiet and abstract to the tough and stormy.

The following pieces are shorter, but each one suggests a distinct improvisation strategy and all together the rich and nuanced new language of this trio. “Drops” deepens the dense, uncompromising and conflictual interplay explored on “Waves of Perceptions”. “Cellular” changes the dark and intense atmosphere with a playful game of inventive rhythmic patterns, where all the three musicians offer their own unconventional rhythmic angle. “From The Ground To The Sky” refuses stubbornly to settle on any course, pulse or clear structure and leads directly to “Textures of Nowhere”, that actually adopts a coherent texture, physical but also a lyrical and emotional one. This performance is concluded with another playful piece, the short “Coming Back” that shifts quickly from a sparse improvisation to a folk theme.

Hope that AGRAKAL is only the first document of this great trio.

(Eyal Hareuveni)


SALT-PEANUTS.EU: August 11, 2018; COLONNA / FERNÁNDEZ / KAUCIC

Den italienske saksofonisten og klarinettisten Marco Colonna horte jeg forste gang i 2017 under Novara Jazz Festival i Piemonte i Italia. Der gjorde han blant annet en solokonsert inne i et knott lite olbryggeri, en altfor varm formiddag. Og den opplevelsen sto igjen som en av festivalens hoydepunkter.

Han utga sin forste plate i 2006, og etter det har det kommet en eller to plater narmest hvert ar fra den relativt frittgaende saksofonisten.

Pa «Agrakal» moter vi han sammen med pianisten Agusti Fernández og trommeslageren og perkusjonisten Zlatko Kaučič i sju «komposisjoner», som jeg formoder er gjort av de tre i fellesskap.

De apner med «Waves of Perception», og derfra og til de runder av med «Improvised music by the trio», er dette et studium i freejazzens mangfoldige irrganger.

Det hele starter litt provende, som det ofte gjor i slike sammenhenger, hvor tre musikere som ikke spiller sammen sa ofte treffes, og kun har spilt sammen pa lydprove for konsert. Colonna spiller klarinett, og jeg kan love at det er en lang avstand mellom det han serverer til for eksempel Benny Goodman. Men det er mye tradisjon i det han gjor, og Jimmy Guiffre dukker raskt opp i bakhodet. Kaučič og Fernandez kommer inn, og musikerne samler seg i en helt egen energi, hvor Colonnas kraftfulle klarinettspill, som nesten «sprekker» i toppen, forer an.

Hele innspillingen varierer i intensitet og nerve. Men hele tiden er spenningen nesten til a ta og fole pa. Colonna veksler mellom barytonsaksofon og klarinett, og vi fascineres av hans kraftige tone i barytonen. Hor for eksempel pa hans spill i tredjesporet «Cellular», mesterlig! Improvisasjonene og kommunikasjonen mellom de tre fremstar narmest som somlose, og selv om Colonna fremstar som leder av trioen, er begge medmusikantene med pa a gjore denne «reisen» til en svart fascinerende opplevelse. Fernández med sitt heftige pianospill, som tar arven fra Cecil Taylor et par steg videre, og Kaučič som en kloning av Paul Lovens og Paal Nilssen-Love.

Dette er et album fra en stralende livekonsert, du skal sette deg ned i godstolen og folge fra start til mal, for det meste henger sammen pa en utmerket mate. De tre musikerne forsker hele veien pa hva de skal finne pa, noe som kan ga helt galt, men ikke her.

Jeg synes «Agrakal» er blitt et helstopt og fint album, som bor lyttes til av alle venner av frittgaende jazzmusikk. Og hvorfor ikke fa denne trioen pa en eller flere jazzfestivaler i Norden?

(Jan Granlie)


AVANTSCENA.WORDPRESS.COM: August 11, 2018; Marco Colonna, Agustí Fernandez, Zlatko Kaučič ?– “Agrakal” (Not Two Records, 2018)

“Agrakal” was recently released by “Not Two Records”. Album was recorded by great and expressive trio – it’s Marco Colonna (clarinet, baritone saxophone), Zlatko Kaučič (drums, percussion) and Agusti Fernandez (piano). Three musicians – three different and colorful playing styles. Their music is filled with abstract sounds, unusual timbres, bright and expressive melodies, turbulent and extremely intensive culminations, spontaneous and thrilling solos and many other elements. Musicians not hesitate to use their instruments by using weird, drastic or interesting ways of playing. They are the masters of fusing together different msical language elements, which are the opposites to each other. They take advantage from the possibility to explore new ways of playing or expand traditional abilities of their instruments. Their music is based on free structure, open form, basics of avant-garde jazz and free improvisations.

“Agrakal” is filled with turbulent, intense and bright sound. The basics of avant-garde jazz are used here all the time – it’s form the most important basement of compositions. Musicians are improvising with passion, full expression and joy. Their music is based on marvelous and effective solos, splendid, bright and luminuous melodies, sharp harmony, harsh, sharp, violent, provocative, aggressive and rigorous culminations. Dark, loud and harsh episodes are organically mixed with light, evocative, joyful, soft or calm and relaxing excerpts. Musicians are dedicated to express many different emotions and characters – they produce especiqally wide palette, that consists of dozens of different colors, timbres, playing techniques, emotions and characters. Another one important element of the compositions is free improvisation. That’s the basics of whole album – musicians are improvising together, exploring new ways of playing and demonstrating their own and unique sounds in the most effective and interesting way. Compositions have very rich, modern and innovative musical language. It has many layers, which are contrasting with each other. Solid rhythmic section, gorgeous, expressive and charming melodic basic, colorful and bright background, sharp and modern harmony pattern, huge variety of unuual ways of playing and sounds – these elements form at least four different layers. They differ from each other – layers are originally created by each musician, they are based on different musical language elements. The rich instrumentation is one of the most important elements of whole album. It’s filled with modern and bright ways of playing, which are conneced together with very well-known academical music playing techniques, sound experiments and special effects. Musicians also use their own and original playing techniques and unique methodes of improvising. That makes an effort to suggestive, dramatic, turbulent and bright sound. Huge range of different musical expressions are used here – musicians masterfully blend them together in one musical pattern. Saxophone and clarinet melodies have free structure and gorgeous musical language. Impressive and harsh improvisations by Marco Colonna are filled with expressive and loud solos, illustrative, effective and remarkable melodies, intensive, vibrant, tremendous and trembling blow outs, terryfying, aggressive and provocative improvisations – all these elements are organically mixed together in one place and make an effort to marvelous and brilliant sound. Agusti Fernandez piano is more similar to the playground – many different forms, shapes, rhythms, scales and chords are creatively and inventively mixed here. Pianist afventurously and expressively jumps through different moods, playing manners and use innovative ways of playing. His improvisations are filled with bright and thrilling solos, very dynamic and speedy arpeggios, wild fast passages, roaring roulades and other virtuosic elements. Arpeggio, moody and playful stacatto, colorful glissando, huge range of virtuosic elements, sudden jumps to the different directions, bordering dynamics – that’s jus a small part of pianist improvisations. The most effective episodes are collective improvisations with other two triio musicians. It has especially passionate, bright, energetic, vibrant, turbulent and suggestive sound. Zlatko Kaucic drums section is bright, intensive and vital. Huge amount of different rhythms and expressions is mixed here. Drummer effectively mixed different ways of playing, makes spontaneous and inventive musical decisions, eclectic contrasts and stylistic combinations and other similar elements. Turbulent, provocative and rigorous culminations are the most effective, passionate and interesting episodes. The music of this album is based on marvelous improvising by three great jazz masters – it brings impressive, inspiring and innovative sound.