WWW.JAZZITALIA.NET; Orchestra Senza Confini / Orkester Brez Meja: Schengen

Zlatko Kaucic e Giovanni Maier sono in coppia alla conduction dell' Orchestra senza confini, band formata da diciassette musicisti sloveni e friulani, tutti impegnati, solitamente, nella musica sperimentale e di ricerca. La direzione condivisa e una scelta particolare che non ha precedenti significativi nel campo dell'avanguardia, dove le esperienze inconsuete o eccentriche sono all'ordine del giorno. I due leader si muovono come se avessero fra le mani i loro strumenti, dirigendo l'ensemble con gesti e segni convenzionali, o indicazioni estemporanee, verso determinate aree di tensione e distensione per comporre una timbrica definita, pensata a monte o immaginata in divenire. La musica ha contorni labili e imprecisati e procede per ondate successive, con collettivi portati ad elaborare un effetto, piu che un'armonia e la base ritmica a costruirsi e a sfaldarsi progressivamente sotto i pesanti colpi di due batterie impetuose, travolgenti. In risposta a disposizioni specifiche di Maier o Kaucic, poi, l'ensemble tace e restano in scena due o tre personaggi a dialogare fra di loro, in modo aspro e appuntito, trascurando di proposito le belle frasi e i suoni ortodossi. Il rumorismo di alcune aperture e, inoltre, stemperato da una struttura (solo quella) quasi classica delle improvvisazioni pilotate degli orchestrali. Si identificano, infatti, parti eseguite all'unisono e subito dopo si assiste ad un vociferare insistito di piu protagonisti in simultanea, per ritornare, infine, ad un momento comune utile a tirare le fila del discorso. Non siamo, cioe, distantissimi dallo schema tema-assoli- ritorno al tema, ovviamente con una certa liberta di interpretazione della massa sonora proposta dalla "Brez Meja".

Malgrado non sia stata approntata alcuna partitura per questa performance, sorprendentemente, si individuano sequenze che sembrano concordate o scritte. La conoscenza e l'intesa fra i membri della formazione e fra questi e i due maestri favoriscono questo trasferimento di impulsi dal centro alla periferia o viceversa dalla periferia al centro.

Zlatko Kaucic e a capo anche della Jubilaeum orchestra, pure questa costituita da compositori istantanei del nord est e orientata verso un jazz avanzato, mutuato da una sensibilita etno-folk. In questo contesto, pero, insieme al compagno di tante avventure Giovanni Maier, si vola ancora piu in alto. I due artisti accettano una vera e propria sfida per produrre un lavoro concepito senza nulla di preordinato, di stabilito in anticipo. Il risultato finale e piu che soddisfacente. Rispetto alle orchestre dedite all' improvvisazione estrema, in voga negli anni settanta, spesso destinate a finire in un cul de sac espressivo, da dove non sapevano come uscire fuori, la co-conduzione di Kaucic e Maier riesce a creare brani dotati di una fisionomia, di un carattere proprio, dove l'interplay globale limita al minimo la casualita di passaggi a vuoto e anzi, se si e attenti, si puo seguire la linea-guida dell'intero percorso, dentro e oltre i confini.

(Gianni Montano)


WWW.ALLABOUTJAZZ.COM: January 22, 2019; Orchestra Senza Confini / Orkester Brez Meja: Schengen

Frutto ovviamente di un concerto dal vivo, tenutosi al Museo Revoltella di Trieste il 5 giugno 2015 per il festival "Le Nuove Rotte del Jazz," il secondo disco della singolare orchestra di improvvisazione italo-slovena diretta sincronicamente in coppia da Zlatko Kaučič e Giovanni Maier intona il proprio titolo al nome della formazione e si ispira a Schengen, ovvero alla citta lussemburghese ove venne firmata dalle nazioni UE la convenzione per l'eliminazione dei controlli dei confini.

Il tema dei confini, oggi purtroppo di nuovo in discussione a causa del crescente consenso dei movimenti politici disponibili a ripristinare le barriere tra le nazioni, e sempre stato particolarmente sentito nell'area di appartenenza dei musicisti coinvolti nell'orchestra, quella un tempo divisa dalla "calda" frontiera tra Italia e Jugoslavia e oggi invece finalmente e virtuosamente unificata proprio dalla convenzione di Schengen, un frutto della quale e anche la collaborazione tra la comunita di musicisti che ruota attorno a Kaučič e alla sua scuola di Nova Gorica e quella che ha per riferimento DobiaLab, associazione di Dobbia, nella provincia di Gorizia, di cui fa parte Maier. All'insegna di questa collaborazione e nata l'Orchestra Senza Confini / Orkester Brez Meja, gia autrice nel 2015 dell'omonimo CD (clicca qui per leggerne la recensione) e che, fortunatamente, continua felicemente la sua avventura e ha gia registrato un terzo album.

In questo lavoro la formazione e impegnata in una sola, lunga performance (cinquantuno minuti), come sempre interamente improvvisata e sviluppata con la singolare modalita della "doppia conduction" (clicca qui per leggere l'intervista in cui i due direttori ne spiegano le specificita). Una sola traccia del CD, dunque, ma l'atmosfera della quale cambia in continuazione, alternando passaggi dal forte dinamismo ad altri piu rarefatti e introspettivi, caotiche interazioni in stile schiettamente free e spazi per gli assoli dei singoli, scenari rumoristici teatrali, con intervento delle voci, e tutti evocativi, come nella scena finale.

Il tutto da seguire con orecchie spalancate e molta attenzione, per compensare una fruizione che fatalmente si completa con la visione dei musicisti nell'attivita di creazione istantanea, ma che anche in questa forma "limitata" sa dare grande soddisfazione, grazie alla molteplicita di stimoli, alle invenzioni, alle qualita dei musicisti impegnati, tanto quelli piu noti e affermati, quanto quelli piu giovani, che in contesti di questo genere hanno modo di affinare le loro identita artistiche. Cosa, quest'ultima, che ai due direttori Kaučič e Maier sta comunque molto a cuore. Track Listing: Schengen

Personnel: Giovanni Maier , Zlatko Kaučič: conduzione; Paolo Pascolo: flauto; Gabriele Cancelli: cornetta; Francesco Ivone, Robert Mikuljan: tromba; Elisa Ulian: voce; Clarissa Durizzotto: clarinetto, sax contralto; Gianfranco Agresti, Luka Vrbanec: sax contralto; Flavio Brumat, Cene Resnik, Giorgio Giacobbi: sax tenore; Jurica Prodan: sax tenore e baritone; Mimo Cogliandro: clarinetto basso; Sergio Bernetti: trombone; Giorgio Pacorig: pianoforte; Andrea Gulli: live electronics; Roberto Fabrizio, Vitja Balžalorsky, Aurelio Tarallo: chitarra elettrica; Jošt Drašler, Carlo Franceschinis, Costanzo Tortorelli: contrabbasso; Marko Lasič, Vid Drašler: batteria.

(NERI POLLASTRI)


IL GAZZETTION: 3 agosto, 2017; Due direttori per l’Orchestra senza confini

PORDENONE - Oggi alle 21 alla Galleria Pizzinato arriva la musica creativa dell’Orchestra Senza Confini, grazie a Odeia con il progetto musicale Jazz Koiné - Timeframes, percorso sulla musica libera e sulla composizione istantanea coordinato e guidato da Massimo De Mattia, flautista e performer. Un del 2015con degli incontri aperti a tutti, nello spirito di condivisione della musica nei suoi aspetti laudici e sociali, perché il jazz e da sempre una musica che cerca di allargere e superare i propri confini, per tracciare nuove strade attraverso l'improvvisazione.

Il concerto sara eseguito da 19 musicisti (Giorgio Pacorig, piano, synthMS20, Andrea Gulli, live electronics, Elisa Ulian, voce,Paolo Pascolo, flauto, Gabriele Cancelli, tromba, Clarissa Durizzotto, clarinetto, sax, Jure Borsic, Gian Agresti, sax alto, Boštjan Simon, sax tenore, sax alto, Flavion Brumat, Cene Resnik, sax tenore, Peter Kastrin, Roberto Fabrizio, chitarra elettrica, Marko Lasic, Urban Kušar, Žiga Ipavec, batteria, percussioni, MAtjaž Bajc, Costanzo Tortorelli, Carlo Franceschinis, contrabasso) e due onduttori (Giovanni Maier e Zlatko Kaucic). Un progetto intenazionale, un’orchestra speciale perché riunisce in un’unica formazione musicisti italiani e sloveni di diverse generazioni, e perla sua direzione: l’Orchestra Senza Confini/Orkester Brez Meja, infatti, sperimenta fin dalla sua fondazione la “doppia conduzione”: due direttori che simultaneamente dirigono I'orchectra, lo sloveno Zlatko Kaucic e l’italiano Giovanni Maier. «Per chi conduce - spiega Maier - si tratta di una grossa sfida, che necessita di molta concentrazione: bisogna interagire non solo con i musicisti, ma anche con quello che sta facendo l'altro conduttore. Gli stimoli e le possibilita si moltiplicano e il tempo passa velocissimo. E quasi come se fosse un concerto in duo dei due "direttoti", in cuiciascuno di essi ha a disposizione uno "strumento" molto potente e complesso. Quindi il tutto e difficile da controllare e bisogna fare attenzione a mille dettagli. In formazioni cosi ampie e importante tenere a mente i concetti di "figura" e di "sfondo" derivati dall’arte pittorica: sapere sempre chi sta impersonando la figura principale del quadro e chi si occupa invece dello sfondo e fondamentale per una coerenza musicale globale. D’altronde l’orchestra e anche un esperimento sociale: riuscire a far si che ciascuno nel collettivo sia felice e realizzato, senza pero che nessuno nuoccia alla serenita degli altri.




WWW.FREEJAZZBLOG.ORG: April 26, 2017; Daniele D'Agaro / Giovanni Maier / Zlatko Kaučič - Disorder at the Border plays Ornette (Not Two, 2016)

The Orchestra Senza Confini/Orkester Brez Meja (Borderless Orchestra in Italian and Slovene), is a joint project of Kaučič, who led before the Slovenian Kombo B Orchestra, and Maier who has played in the Italian Instabile Orchestra and founded the Italian research-improvisation collective Dob Orchestra. The orchestra was founded in 2011 for the first edition of the Slovenian Brda Contemporary Music Festival. Schengen, titled after The Schengen Agreement that led to the creation of Europe's Schengen Area, in which internal border checks have largely been abolished, is meant to symbolizes and reaffirms the European values, especially in times of tension and hatred towards foreigners. It is the orchestra sophomore album after a self-titled debut (Dobialabel, 2015). The orchestra was recorded at the Italian Le Nuove Rotte del Jazz festival in Trieste on June 2015

Kaučič and Maier act as simultaneous conductors of this expanded form of the orchestra, including students from Trieste jazz conservatory, and featuring all together 23 Italian, Slovenian, and Croatian musicians. The sonic scope and varied instrumentation of the orchestra - including vocal artist and live electronics player - enable Kaučič and Maier to sketch a colorful, kaleidoscopic and multifaceted textures. These textures alternate immediately between contrasting dynamics, from contemplative and serene segments to chaotic and energetic, often even eccentric ones, highlighting the commanding contributions of vocalist Elisa Ulian, clarinet player Clarissa Durizzotto, and flutist Paolo Pascolo. Kaučič and Maier, who keep exchanging “sections” of conductions, succeed to keep the eager musicians focused and to maintain a delicate, always engaging coherence.

***1/2

(Eyal Hareuveni)


WWW.SIGIC.SI: 07.03.2017; Pretočnost meja (Dobialabel 2016)

Slovensko-italijansko-hrvaški improvizatorski Orchestra Senza Confini / Orkester brez meja pod vodstvom Zlatka Kaučiča in Giovannija Maierja s svojo drugo ploščo razpira meje Schengena.

Schengenska meja Evropske unije je danes prispodoba kritične meje evropske skupnosti, kritična refleksija njene preteklosti in trpka podoba njene negotove prihodnosti, meja, ob kateri se lomi zgodovinska levica in raste nova desnica, meja svetovljanstva, solidarnosti in trdih nacionalizmov. Pretočnost teles, znanj in idej se v dobi virtualne resničnosti in družabnih omrežij prši, a paradoksno ob tem krči. Meje so vtkane tudi v sam ustoj zvoka in glasbe, ideja o glasbi kot univerzalni govorici pa je romantični ideal, ki kaj hitro trči ob zid kulturnih, ekonomskih in političnih kodov. Takšno univerzalnost najdemo tudi v pojmovanju prakse svobodno improvizirane godbe, v utopističnih tendencah neidiomatskosti, ki so obenem nemogoče, a ravno v tem nujne in tvorne. To je optika, v katero vstopa druga plošča Orchestra Senza Confini / Orkestra brez meja pod vodstvom tolkalca Zlatka Kaučiča ter basista in čelista Giovannija Meierja. Po kompoziciji slednjega je poimenovana Schengen, izšla pa je, tako kot že prvenec, pri italijanski založbi Dobialabel, ki je založniški podaljšek kreativnega prostora Dobialab v Dobbii blizu slovenske meje, kjer se že vrsto let srečujejo mednarodni zvočni, avdiovizualni in performativni izrazi, med nastopajočimi pa se je zvrstilo tudi lepo število domačih glasbenikov. Plošča je bila posneta v živo na koncertu v Trstu, kjer ga je na festivalu Le Nuove Rotte del Jazz leta 2015 zabeležil Iztok Zupan in v posnetek ujel vso umirjeno vihravost ter rezko poetičnost skladbe.

Pred nami je torej orkester kot telo, razpeto med silnice prostega improviziranja in kompozicije, ki se uteleša v konceptu kondukcije (conduction – zaradi specifičnosti termina in njegove rabe v polju sodobnega jazza in svobodno improvizirane glasbe ga ne prevajamo v »dirigentstvo«), razpete med oba akterja, tako Kaučiča kot Maierja, ki telo orkestra raztelesita in razpenjata v številne relacije, kombinacije in dinamike, ki se iz igre teles pretakajo v polje zvočnosti, v glasbo širokih zamahov in občasnih izrazitejših žanrskih usedlin. Te se ne zarisujejo kot meje, temveč prej kot markacije za vznik nečesa novega, za povednost in čustvenost, ki nam jo godba prinaša in jo vanjo vtiskuje že sama izbira vsebine, kot jo uteleša naslov komada. V širšem kontekstu se glasba orkestra vpenja v daljšo, več kot polstoletno tradicijo improvizacijskih orkestrov znotraj jazza in svobodne improvizacije – od Jazz Composer's Orchestra prek orkestrov in ansamblov britanskega basista Barryja Guya, mednarodnega Globe Unity Orchestra, italijanskega Instabile Orchestra in holandskega ICP Orchestra do legendarnega sistema conduction pokojnega kornetista in konduktorja Lawrencea »Butcha« Morrisa ter nekaterih orkestrskih del Anthonyja Braxtona (ta je za svojo kompozicijo na ljubljanskem jazzovskem festivalu leta 2000 uporabil dva konduktorja, ki sta usmerjala različne dele orkestra). To je zgodba iskanj modelov in načinov za umerjanje, prevajanje spontanosti improvizacije, ki se iz raznih odvodov skozi skupinsko igro spleta v enotno formo, ter relacij znotraj večjih zasedb. Teh iskanj, ki s svojimi začetki sežejo več kot petdeset let nazaj, ne gre vrednotiti po merilih, veljavnih za dela, ki temeljijo na partituri in stremijo h klasični orkestrski ubranosti, temveč skozi njihovo lastno idiosinkratično zvočnost in relacije, ki jih vzpostavljajo znotraj svojega lastnega sistema. Ta je v primeru Orkestra brez meja večkrat imenitno dvotirna, dvoslojna, raztegnjena med dvema konduktorjema, ki narekujeta in svojstveno zajezujeta tok glasbe in njene različne narative. Ta način jima omogoča intenzivne kontrapukte in zasuke v dinamiki, zgoščevanja, suspenze, tišje premolke in prepletanja solistov, ter premeščanja melodij, skupinskih pasaž in ritma ter pulza obenem. Zato je glasba, čeprav polna raznolikih glasov, pretočna in gibka. Znotraj nje so gradniki, denimo pihalno-trobilni rifi, in vokalni vložki ter bolj ritmično podprti deli, ki dajejo skladbi skelet. Orkester je v soigri kontrastov in sozvenov zvočno prefinjen v bolj umirjenih delih, pri značilnem pretoku energičnosti v maniri free jazza pa udarno in ekspresivno vihrav, dotika pa tudi psevdožanrskih sozvočij jazza (bolj bopovskega značaja), fusiona in progresivnega rocka, ki se nato razkrajajo v svobodnejše pasuse. Žanrske meje so tu le telo ohlapne kohezivnosti prostega pretoka in torišča intenzitet ter čustvenih nabojev, ki jih skladba izraža. Te bi kljub intenzivnim delom lahko splošno orisali kot elegične.

Brezmejnost pa ima še svoj lokalni kontekst, med Kaučičem in Maierjem. Kaučič je meje svojega lokalnega okolja (Goriška Brda), v katerem je meja neizbrisno prisotna, če ne več fizično, pa v glavah, presegal že s svojim zgodnjim delovanjem na Dobrovem v klubu Strelišče in s sodelovanji s številnimi italijanskimi glasbeniki (Bruno Cesselli, Massimo de Mattia, Giancarlo Schiaffini ...). V večje ansambelske vode je stopil z zasedbama mladih glasbenikov Kombo in Kombo B, na drugi strani pa je Maier vodil Dob Orchestra. Orkester brez meja je kulminiral v stičišču oziroma ničelni točki brezmejnosti na Brda Contempotrary Music Festivalu, ki uteleša ethos zasedbe. Na njem se pretakajo glasbeniki in aktivisti iz Dobia Laba, ekipe Hybrida iz Tarcenta, ljudje in špilavci iz Furlanije, Trsta in od drugod. Orkester je svoj podaljšek dobil v Cerkno Jubilee Orchestru, brez teh zgodnjih iniciativ pa bi si danes težko zamislili tudi zasedbe, kot so Cene Resnik Quartet, Alchemical Playgrounds, Watch For Dogs in Kača, Sraka in Lev Quintet. V njih najdemo glasbenike, ki tvorijo jedro pričujočega orkestra. Ta se je na Schengenu razširil še z nekaterimi študenti iz tržaškega glasbenega konservatorija G. Tartini in s tem priključil k sebi še delček institucionalnega (četudi ne njegovega pridiha).

V Schengen vstopimo s kratkim predirljivim krikom pihal in trobil (Cene Resnik, Luka Vrbanec, Flavio Brumat, Mimo Cogliandro, Jurica Prodan, Giorgio Giacobbi, Clarissa Durizzotto, Sergio Bernetti, Gianfranco Agresti, Gabriele Cancelli, Francesco Ivone, Robert Mikuljan), ki se hitro pretoči v subtilno igro zvenov zvenečih tolkal (Vid Drašler, Marko Lasič), visokih lokanih basovskih strun (Jošt Drašler, Carlo Franceschinis, Costanzo Tortorelli) elektronskih sinusoid (Andrea Gulli) in pridušenega klavirja (Giorgio Pacorig), nato pa preide v elegično igro flavte (Paolo Pascolo) in mehko spremljavo bobnov, ki jih občasno prekinjajo pihalni rifi. V to se vpneta glas (Elisa Ulian) v rahlo melodramatični, ekspresivni maniri (in se nato znova poraja v različnih delih skladbe) ter razcefrana električna kitara (Vitja Balžalorsky, Aurelio Tarallo, Roberto Fabrizio). V zelo kratkem času preidemo iz tekočosti zvena v razdrobljenost, dinamiko fragmentiranih zvokov, ki se dopolnjujejo v maniri izkušnje evropske svobodno improvizirane glasbe, iz jazzovskih vokalnih fraziranj v spogledovanju s sodobno klasiko in eksperimentalnim vokaliziranjem v polje energične ognjevitosti svobodnjaškega jaza, ki ga obeležujejo prepihovanja, pihalne in trobilne solaže, podvajanja, senčenja in intenzivnost razpršenih tolkal. podvajanja, senčenja in intenzivnost razpršenih tolkal. Glasba je enovita, čeprav sestavljena iz raznolikih glasov, ki vznikajo iz nje. Ti so bodisi raskavi, hrapavi in ekspresivno hrupni, nežneje melodični, ritmično razvejani ali mehko lirični ter polni koloratur. Konduktorja jih spretno usmerjata in uporabljata široko zvočno in izrazno paleto vseh sodelujočih glasbenikov tako na mikro kot makro ravni vse do izjemnega zaključnega atmosferskega rastočega krešenda.

Brezmejni orkester v sebi in svoji glasbi uteleša idejo, ki izhaja iz naslova plošče, v tem zvoči duh časa, čeprav je sam po zvenu in zasnovi zgodovinsko vezan na določeno obdobje in razvoj določenih stilemov. Vendar nosi lasten karakter, ki izvira in njega samega, iz relacije med kondukcijo ter špilavci in špilavkami. V tem odnosu so meje pregibne in odprte, in taka je tudi glasba orkestra.

(Luka Zagoričnik)